Comunicato stampa – RSU UNIBO
Appello al Rettore da parte delle RSU: per il cessate il fuoco, per non essere complici!
Oggi, 27 febbraio, come FLC CGIL e come RSU FLC saremo presenti alle ore 17:00 in AULA 21 (2° piano di Economia) dove si terrà un incontro dal titolo: La guerra a Gaza e il verdetto della Corte Internazionale di Giustizia. Quale ruolo per l’Università di Bologna?
Lo scorso venerdì 23 febbraio 2024 si è riunita l’assemblea plenaria della componente RSU dell’Università di Bologna. Le sigle presenti, rappresentate da 27 persone su 36 degli aventi diritto, hanno all’unanimità condiviso la condanna delle azioni belliche in corso in cui sono coinvolti il nostro Paese e di riflesso alcune sue istituzioni come gli atenei universitari.
Un’assemblea straordinaria delle RSU che abbiamo ritenuto necessaria, e alla quale abbiamo partecipato convintamente come FLC CGIL, sia per il tema affrontato sia per l’eccezionalità dei conflitti in corso. Conflitti che richiedono ingenti spese militari che si traducono in minori risorse per la P.A., per i servizi pubblici e per il welfare del nostro Paese.
Condividendo la sensibilità sul tema in maniera trasversale, pur nella consapevolezza che la sua natura non sia prettamente ed esclusivamente sindacale, la RSU è convinta che gli eventi in corso abbiano inoltre ricadute concrete di natura relazionale, sindacale ed etica, sia sui colleghi che in generale nella Pubblica Amministrazione, in cui rientra anche l’attività del nostro Ateneo a cui chiediamo una chiara e netta presa di posizione.
Di seguito il testo della delibera approvata dalle RSU FLC CGIL, USB, CISL, CUB:
“La RSU di UNIBO, riunitasi in assemblea plenaria in data 23 febbraio 2024, ribadendo il valore assoluto della pace e della difesa dei diritti umani e come questi valori abbiano bisogno di azioni concrete per realizzarsi, chiede al Magnifico Rettore ed alla governance di impegnarsi fattivamente ed in tutte le sedi a portare avanti le seguenti azioni sia in funzione dell’art.11 della Costituzione, che ripudia la guerra, sia rispetto ai principi della Magna Charta Universitatum:
- Aderire formalmente alla richiesta di CESSATE IL FUOCO immediato in tutti i conflitti in corso per mettere fine alle morti di migliaia di civili ed al bombardamento di intere città;
- Aderire all’appello per aprire canali diplomatici e corridoi umanitari e sanitari per aiutare i civili bisognosi di soccorso e scongiurare epidemie, nonché per la liberazione degli ostaggi detenuti da tutte le parti;
- Predisporre aiuti accademici per studenti, ricercatori e docenti universitari palestinesi, così come programmi di mobilità per studio o ricerca o anche per percorsi di specializzazione, in analogia a quanto già realizzato per la guerra in Ucraina;
- Intraprendere azioni di opposizione istituzionale da parte della comunità accademica attraverso la mappatura e la rescissione/sospensione/rifiuto di stipula (o rinnovo, se in scadenza) degli accordi in corso con partner complici delle guerre in atto: gruppi, industrie, fondi di investimento e organizzazioni che a vario titolo sono impegnati nella produzione di armamenti, in ambito militare, strategico, bellico e parabellico. Occorre agire anche in funzione di autotutela da parte dell’Ateneo, in quanto la possibile condanna del governo israeliano da parte della Corte Internazionale dell’Aja potrebbe coinvolgere a cascata anche l’Università di Bologna;
- Introdurre ed implementare in Ateneo, anche nell’ambito del processo di revisione del Codice etico e di comportamento, i principi e le pratiche dell’ethical procurement anche in funzione dei rapporti con le imprese e con le istituzioni nell’ambito della ricerca, della didattica e della terza missione e per tutelare la propria immagine e la propria reputazione da rapporti di complicità con realtà coinvolte in contesti bellici.”
Bologna, 27/02/2024